TEXTURE, il “momento corteccia”, ma non solo……
Di Cesare Re
FotoPerCorsi
Spessissimo, praticamente sempre o quasi, nei workshop fotografici in natura di Foto Percorsi, ci si ferma in trepidante ammirazione per fotografare la corteccia corrugata di un larice o quella bianco pallida di una betulla……….è il famigerato “momento corteccia”, quello in cui si scatta per immortalare la texture del legno.
Per TEXTURE si intende la rappresentazione fotografica della materia tattile, ovvero della struttura degli oggetti, come, per esempio: il legno corrugato di una corteccia, la vernice scrostata di una superficie metallica, le crepe della terra riarsa dal sole, le strisce della neve ventata o i grumi della parete di una casa. Fotografare una texture significa mostrare la materia da cui l’oggetto è costituito.
La Terza Dimensione:
In un certo senso si può affermare che la texture contribuisca ad ovviare ad una mancanza della fotografia, ovvero la terza dimensione. Un foto di materia ben riuscita aggiungerà profondità ad un’immagine bidimensionale
La Luce:
Qualsiasi superficie, di qualsiasi materia, si evidenza scegliendo la giusta luce, ovvero quella bassa e radente, poco dopo l’alba o poco prima del tramonto, quando il sole è basso all’orizzonte e contribuisce a sottolineare le forme degli oggetti.
Stagione:
La luce bassa e radente è più frequente in autunno e inverno, quando il sole è ovviamente più basso, non solo nelle ore nei pressi di alba e tramonto, ma anche nelle altre ore della giornata. La luce è, tra l’altro, più limpida e pulita, generalmente senza la foschia da calura, propria delle stagioni più calde.
Ottiche:
Ovviamente più l’ottica è nitida e di qualità e più la forma e la materia del soggetto sarà evidente. Ottimi gli obiettivi macro, progettati appositamente per scattare da vicino e ben corretti dal punto di vista della distorsione. Il tipo di focale dipende dal tipo di soggetto che si intende riprendere. Generalmente fotografare una texture significa isolare un particolare; si tendono a utilizzare, quindi, obiettivi dal normale al medio tele, evitando i grandangolari che, in genere, soffrono maggiormente di problemi di distorsione.
Tempi, diaframmi e iso:
Le immagini di questo tipo necessitano di una buona profondità di campo. Servono, quindi, diaframmi piuttosto chiusi, intorno a f 11 / f 16, con conseguenti tempi di posa lunghi e, quindi, l’uso del treppiede, utile anche per comporre meglio, e con maggior attenzione, l’inquadratura.Meglio usare gli iso più bassi possibile, per ottenere maggior contrasto e miglior definizione.
Maschera di contrasto / contrasto:
A volte può essere utile intervenire in post produzione con la maschera di contrasto, accentuando l’effetto materia del soggetto o, più semplicemente, aumentando il contrasto.