Il sottobosco in autunno

In autunno i fotografi sono attirati dal colore della vegetazione, soprattutto in montagna, dove larici e faggi assumono tonalità spettacolari e particolarmente fotogeniche. Se ti interessano dei consigli generali su come FOTOGRAFARE GLI ALBERI ne abbiamo parlato in questo articolo.  In questo post, invece, vi mostro un paio di foto di particolari, scattate nel sottobosco. Oltre a paesaggi di grande respiro, o ad immagini d’insieme, anche altri soggetti possono essere elementi interessanti. Nel sottobosco si trovano foglie, cortecce e funghi che possono essere fotografati e interpretati in vari modi. Spesso, l’insieme di ombre e luci, in questo ambiente, può creare delle difficoltà di esposizione. Meglio togliere i sistemi d’esposizione “automatici” (matrix per Nikon, valutativa per Canon, ecc) che, facendo una media di tutte le situazioni di luce presenti nella scena, tendono a privilegiare la leggibilità nelle ombre e, quindi, a schiarire eccessivamente i soggetti maggiormente illuminati, come per esempio la foglia della foto sottostante. Meglio settare la fotocamera su “media compensata” (media pesata al centro), oppure su spot. Nel primo caso la luce viene misurata nel punto centrale dell’inquadratura (il punto di misurazione può essere decentrato, alzato, spostato con l’apposito comando), dando poi meno importanza alle altre zone dell’immagine. Nel secondo, la misurazione spot, la luce viene misurata in maniera molto precisa in un singolo e ristretto punto, ignorando tutto il resto. La spot è molto precisa, ma anche più difficile da utilizzare. E’ sufficiente sbagliare leggermente il punto di misurazione, per ottenere una foto sovra o sotto esposta.

Nikon D800; Nikkor 70 – 200 4 AFG. Misurazione spot sulla foglia di destra. In questo caso, è determinante misurare l’esposizione sulla parte in luce del soggetto, in modo che lo sfondo più scuro non inganni la misurazione dell’esposimetro. Se avessi misurato la luce sulla parte in ombra, avremmo avuto dettaglio sullo sfondo e le foglie in primo piano nettamente sovraesposte.
Funghi, nel sottobosco. Il soggetto era totalmente in ombra. La luce che illumina i funghi, da sotto, è ottenuta grazie all’utilizzo del flash, separato dalla fotocamera e puntato dal basso verso l’alto, in modo da orientare il fascio luminoso sulle lamelle. Nikon D800; Micro Nikkor 60 2,8 Af. Flash SB 600, separato. Treppiede.
Texture di corteccia. Per evidenziare la texture (la materia di cui sono fatte le cose), è necessario che la luce sia bassa radente. Con sole velato, non si vedrebbero le forme del legno e il rilievo di questo soggetto che è, decisamente, tridimensionale e non piatto. Micro Nikkor 105 2,8 Afd. Ottimo, per questo tipo di immagini, l’utilizzo di un obiettivo macro, studiato appositamente per dare il meglio a distanza ravvicinata. Per ottenere sufficiente profondità di campo, è necessario usare un diaframma chiuso, intorno a f 16. Iso bassi consentiranno assenza di rumore digitale, maggior contrasto e maggior definizione, per la quale è assolutamente necessario l’uso del treppiede.

 

Uscita Macro. Parco del Ticino: foglie, funghi, cortecce e flash: 27 ottobre 2018

 

Recent Work