Filtri Graduated Neutral Density
E’ un bellissimo tramonto, ricco di nubi colorate, con tonalità accese, tanto belle quanto fugaci ed effimere. Click ! Ed ecco che, a seconda dei sistemi di lettura dell’esposizione e del punto di misurazione, otterremo un bel cielo e il terreno troppo scuro, o nero, oppure dettaglio sul terreno e un cielo troppo chiaro e slavato, sovraesposto in gergo fotografico. La causa, in entrambi i casi, è la differenza di luminosità tra cielo e terra. Per equilibrarla si utilizzano i filtri Graduated Neutral Density, in italiano, Filtri Graduati a Densità Neutra
Cosa sono i filtri Graduated Neutral Density / GND ?
Sono aggiuntivi ottici che si agganciano all’obiettivo, sulla lente frontale. Appartengono alla categoria dei filtri neutri, come i “Filtri Neutral Density, dei quali abbiamo parlato, in questo articolo, sempre su FotoPerCorsi. Un filtro si definisce neutro quando non introduce dominanti di colore nell’immagine. In realtà qualche dominante può esserci, soprattutto per filtri di qualità non molto elevata, oppure se si utilizzano più filtri GND contemporaneamente.
A cosa servono ?
I “Filtri Graduated Neutral Density”, o “Graduati a Densità Neutra”, detti “GND”, servono a diminuire la quantità di luce su una parte dell’immagine. Per questo si definiscono “graduati”. Una parte del filtro è più scura, ed è proprio quella che diminuisce l’intensità della luce, un po’ come quando mettiamo gli occhiali da sole.
Esposizione
Torniamo al caso sopra descritto: un bel tramonto, con nubi colorate di arancio, rosso, e il terreno erboso più scuro, non direttamente illuminato dalla luce calante del sole. Per ottenere un’immagine correttamente esposta sul cielo, misuriamo l’esposizione sullo stesso, oppure sulle parti più luminose della scena, in semi spot (detta anche media compensata, o media pesata al centro) o, preferibilmente, in spot. Il filtro non è così denso da ingannare l’esposimetro, come alcuni ND, si può quindi misurare l’esposizione con il filtro montato. Avremo, così, il cielo correttamente esposto. Se, però, nell’inquadratura sono compresi altri elementi, come un fiume, un lago, un edificio, o anche un semplice prato, nella stragrande maggioranza dei casi, queste parti di inquadratura risulteranno scure, oppure addirittura nere, senza dettaglio alcuno. Per equilibrare questa differenza di luminosità, utilizziamo, quindi, un filtro GND.
Differenza di luminosità tra cielo e terra
Torniamo, quindi, al nostro esempio, con la differenza di luminosità tra il cielo, molto luminoso, e la terra, molto più scura. Il nostro occhio è in grado di adattarsi alla differenza di luminosità tra il cielo e, per esempio, un prato. La gamma dinamica della nostra fotocamera, invece, è piuttosto limitata: ovvero il sensore non è in grado di registrare contemporaneamente immagini con parti molto luminose e parti molto scure. Diviene, quindi, necessario scegliere se avere una foto esposta correttamente per le luci o per le ombre (cielo o prato). Nel primo caso, avremo per esempio il cielo (luce) correttamente esposto, con dettaglio, e, per esempio, un prato molto scuro. Nel secondo caso, scegliendo di misurare l’esposizione sul prato, avremmo dettaglio sull’erba, ma il cielo risulterebbe troppo chiaro, molto slavato, sovraesposto in gergo fotografico. Questo non succede sempre, ma solo quando la differenza di luminosità tra il cielo e il prato è notevole, ovvero maggiore di 1,5 / 2 stop circa, a seconda della latitudine di posa del sensore (gamma dinamica) della nostra fotocamera.
Come si usa ?
Si pone il filtro sull’ottica, mettendo la parte scura sul cielo. Consiglio di misurare l’esposizione sulla parte più scura del filtro, generalmente proprio sul cielo, considerando l’esempio riportato sopra. Con le fotocamere più recenti, non di rado, funzionano bene anche i sistemi di misurazione della luce “automatici”, come matrix, valutativa, o similari.
Filtri a lastra o Filtri a Vite
I filtri, anche i GND, si distinguono in due tipi: a vite e a lastra. I primi si avvitano all’ottica, tramite filettature dell’obiettivo. Ogni obiettivo ha un suo diametro filtri, riportato sul tappo, nella parte interna. I secondi si inseriscono in un porta filtri universale che, tramite anelli adattatori dedicati, si avvita a vari obiettivi, anche con diametro filtri diverso. Attenzione alla scelta del porta filtri. Se avete obiettivi con lenti molto grandi e con diametro filtri tipo 77 mm, 82 mm, o maggiori, è necessario munirsi di un porta filtri grande, in modo che non provochi vignettatura, soprattutto con focali grandangolari (oscuramento ai lati della foto, dovuto al porta filtri che entra in inquadratura). Se alcuni filtri come Polarizzatore, UV e Sky sono più adatti nella versione a vite, i GND (Gradual Neutral Density) sono meglio in lastre, poiché si possono sovrapporre più facilmente e, soprattutto, perché è possibile, scegliere dove posizionare la linea di demarcazione tra parte chiara e parte scura. Coi filtri a vite, la linea si piazza per forza a metà fotogramma.
Filtri hard, filtri soft e diaframma
Ulteriore classificazione è quella tra filtri hard e soft. I primi hanno una demarcazione molto netta tra la parte chiara e la parte scura. I secondi, invece, hanno il passaggio tra le due parti molto più sfumato. Nella pratica, gli hard si usano in situazioni dove la divisione tra le due parti è netta, come per esempio al mare, dove la linea d’orizzonte è piatta. I soft, invece, sono consigliabili in situazioni con linea di demarcazione non dritta e uniforme, come per esempio in un filare di alberi, dove gli stessi non sono certo tutti alti uguali. Per entrambi i tipi di filtri, la linea di divisione tra parte chiara e parte scura sarà più visibile più si aumenta la profondità di campo. Se vogliamo un passaggio più morbido, tra parte chiara e scura, quindi, usiamo diaframmi aperti. Se ci serve, invece, uno stacco netto, chiudiamo il diaframma.
Intensità dei filtri GND
A seconda della loro densità (di quanto sono scuri, insomma), i filtri graduati generalmente tolgono 1, 2 oppure 3 stop. A seconda delle marche produttrici vengono classificati come: GND 2, GND 4, GND 8, oppure come GND 0,3, GND 0,6, GND 0,9. Rispettivamente tolgono 1, 2 e 3 stop nella loro parte più scura.
Schema riassuntivo di utilizzo di un filtro Gradual Neutral Density
Il nostro scatto comprende una luminosità molto elevata sul cielo e minore sul terreno, o sull’acqua, o su un prato, o generalmente nella parte inferiore dell’immagine.
Per essere più precisi, si misura l’esposizione in spot (o media compensata) sul cielo e poi sulla parte bassa dell’immagine, per verificare la differenza di luminosità in stop.
A seconda della differenza si sceglie il filtro GND più appropriato. Se, per esempio, la differenza è di 3 stop, scelgo un filtro che tolga 3 stop, quindi il GND 8 / GND 0,9, a seconda della marca. In questo caso la luminosità tra cielo e terra sarà identica. Posso anche scegliere di voler lasciare il cielo un poco più luminoso e la terra un po’ più scura, scegliendo, per esempio, GND 4 / GND 0,6.
Si inquadra, si compone l’immagine e, con filtri a lastra, si decide dove porre la linea d’orizzonte, se a metà o in alto, o in basso.
E in post produzione ?
Il filtro graduato esiste anche in post produzione, sia in Photoshop (Camera Raw), sia in Lightroom e in molti altri programmi similari. A volte, è possibile intervenire anche con un semplice “luci e ombre”. Ritengo meglio, comunque, lavorare al meglio in ripresa, utilizzando i filtri e, eventualmente, intervenire successivamente coi filtri digitali.
Considerazioni “personali” su luce e ombra
Attenzione: luce e ombra sono gli elementi che contribuiscono a “creare” un’immagine. Senza la loro contemporanea presenza rischiamo di avere una foto piatta, soprattutto parlando di foto di paesaggio. Non dobbiamo, quindi, uniformare l’esposizione, annullando la presenza delle ombre. In casi estremi, però, quando la differenza tra luci e ombre è eccessiva, è necessario intervenire, per esempio, utilizzando i filtri Gradual Neutral Densisty (GND), in modo da rendere meno scura la parte in ombra. Personalmente mi piacciono le foto dove c’è una certa presenza di ombra, nel senso che vorrei sempre vedere il cielo ben luminoso e il prato un po’ più scuro, ma comunque leggibile. Se il prato è nero, però…