Fotografare l’acqua

Fotografare l’acqua in montagna: l’effetto seta, il movimento e la roccia.

Elemento mutevole e sempre interpretabile, l’acqua rappresenta uno dei soggetti fotografici più interessanti.

Sul greto di un torrente o nei pressi di una cascata, per ottenere immagini interessanti, è necessario concentrarsi sui piccoli particolari come anfratti, cascatelle o forme e disegni impressi sulle rocce. Spesso i soggetti che ci accingiamo a fotografare sono piccoli, quindi, se vogliamo avere una sufficiente profondità di campo, sarà necessario diaframmare molto (f11-16-22). I diaframmi chiusi consentiranno, insieme alla bassa sensibilità iso, di avere un tempo di posa sufficientemente lungo per ottenere il mosso dell’acqua, ovvero l’effetto seta che contribuisce a creare immagini particolari e inconsuete. Visti i tempi di esposizione conseguentemente lunghi, a volte anche di alcuni secondi, sarà indispensabile utilizzare il treppiede. L’effetto mosso dipende dalle dimensioni della cascatella, dalla quantità d’acqua e dalla lunghezza della posa fotografica. In linea di massima per piccoli salti d’acqua sarà necessario un tempo più lungo che per grandi cascate. Uno scatto flessibile, o telecomando per le moderne reflex e per le digitali, ci aiuterà a ridurre le vibrazioni. Per l’esposizione è necessario ricordare che l’acqua è una superficie molto riflettente. Può capitare, quindi, che i dati dell’esposimetro causino una sottoesposizione. Sarà ,quindi, necessario tarare il bianco sull’acqua, o comunque scattare in Raw, eliminando eventuali dominanti in post produzione. Col digitale, tra l’altro, i problemi di eventuali dominanti di colore si risolvono in post produzione, rendendo superfluo l’utilizzo di quasi tutti i filtri, polarizzatore a parte. Il polarizzatore, infatti, è un filtro neutro (non crea o corregge dominanti di colore) e assolve alla duplice funzione di ridurre i riflessi ed aumentare i tempi di posa di uno o due stop, a seconda di come lo si orienta, e di ottenere, quindi, l’effetto mosso dell’acqua. Molto utili sono anche i filtri N. D. (Neutral Density). I Neutral Density servono per allungare i tempi di posa, senza causare dominanti cromatiche.  Ne esistono di due diverse gradazioni: N.D. 2 ,4, 8. Questi filtri sono importantissimi con le digitali, in quanto molte macchine hanno come minima sensibilità 200 ISO, un valore che rende difficile ottenere tempi di posa lunghi e, quindi, il tanto apprezzato effetto mosso. Gli obbiettivi migliori sono i tele zoom (70-210mm o 70-300mm); sono abbastanza leggeri e consentono di scegliere l’inquadratura senza spostarsi (spesso muoversi nel greto di un torrente o sulle rocce scivolose di uno scoglio è praticamente impossibile). In definitiva, che si scatti in macro o poco più lontano, in ombra, luce o controluce, è sufficiente allungare o diminuire il tempo di posa  per ottenere risultati diversi, particolari e inconsueti.

Qua sotto il link al workshop che terremo agli Orridi di Uriezzo per imparare sul campo a fotografare l’acqua:

 

 

 

 

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