I Filtri Neutral Density
di Cesare Re
Il filtro fotografico ND è un accessorio in vetro, vetro ottico (o plastica) che si pone davanti all’obiettivo (raramente dietro o internamente con apposito porta filtri), per modificare il risultato dell’immagine. Serve a ridurre l’intensità della luce che andrà a impressionare il sensore. Recentemente sono stati prodotti anche filtri che si pongono direttamente sul sensore, ma sono ancora poco diffusi.
A cosa servono i Filtri Neutral Density ?
I filtri ND servono per togliere luminosità. Vogliamo scattare una foto con un tempo di posa molto lungo, per esempio ad una cascata, in modo da ottenere l’effetto seta. Usiamo gli iso più bassi consentiti dalla nostra fotocamera, per esempio 100. Impostiamo, secondo l’esposimetro, la coppia tempo e diaframma consentita, con il tempo di posa più lungo possibile. Supponiamo che in questo caso il tempo di posa più lungo sia di 1/60 di secondo con diaframma corrispondente di f 22. Non posso chiudere ulteriormente il diaframma, o allungare il tempo di posa, perchè c’è troppa luce; non posso abbassare gli iso (sono già i più bassi) e quindi, devo accontentarmi del tempo di posa di è 1/60 che, per quasi tutte le cascate, è troppo veloce per ottenere l’effetto seta. Uso, quindi, un filtro ND, in modo che mi tolga luminosità. Scelgo, per esempio, un ND 8 (toglie 3 stop). Otterrò, quindi, un tempo di posa di 1/8 di secondo, in genere sufficiente per l’effetto seta. Gli ND esistono in diverse gradazioni e con nomi diversi a seconda dei produttori. In linea di massima possiamo definirli: ND 2 (- 1 stop), ND 4 (- 2 stop), ND 8, (- 3 stop) ND 400 oppure ND 32, ecc (- 9 stop), Big Stopper (- 10 stop o più), ecc. Servono, come abbiamo detto, per ottenere l’effetto seta dell’acqua, o per una foto con un soggetto in movimento, per il quale serve un tempo di posa lento (persona che cammina, ripresa con effetto mosso, con paesaggio nitido, come sfondo), se vogliamo ottenere il mosso della vegetazione, accentuando l’effetto del vento. Come altro esempio: se ho un tempo di posa di 1/125, con un filtro ND 8, perderò 3 stop, con un conseguente tempo di posa di 1/15. Se, invece, uno un filtro ND 2, perdo solo 1 stop e avrei, quindi, un tempo di posa si 1/60. Ovvio l’utilizzo del treppiede.
Filtri a lastra o filtri a vite
Si distinguono, principalmente, in due tipi: a vite e a lastra. I primi si avvitano all’ottica. Ogni obiettivo ha un suo diametro filtri, leggibile sul tappo, nella parte interna. I secondi si inseriscono in un porta filtri universale che, tramite anelli adattatori dedicati, si avvita a vari obiettivi, anche con diametro filtri diverso. Attenzione alla scelta del porta filtri. Se avete obiettivi con lenti molto grandi e con diametro filtri tipo 77 mm, 82 mm, o maggiori è necessario munirsi di un porta filtri grande, in modo che non provochi vignettatura, soprattutto con focali grandangolari (oscuramento ai lati della foto, dovuto al porta filtri che entra in inquadratura). Se alcuni filtri come Polarizzatore, UV e Sky sono più adatti nella versione a vite, gli ND (Neutral Density) sono meglio in lastre, poiché si possono sovrapporre più facilmente e perché è possibile, semplicemente alzando il filtro, misurare l’esposizione e mettere a fuoco senza di esso. Con alcuni filtri, infatti, è impossibile leggere l’esposizione e, per mettere a fuoco, è necessario toglierli. Svitarli di volta in volta diventa scomodo e complicato. Per quelli a lastra, invece, è sufficiente farli scorrere verso l’altro, mettere a fuoco, o misurare l’esposizione, e poi riposizionare la lastra. Montare più di un filtro per volta, comunque, causa diminuzione della qualità ottica. Ogni elemento posto davanti alla lente frontale di un obiettivo ne modifica, infatti, lo schema ottico.
Esposimetro e tempi lunghi
In genere sino al filtro ND 8, l’esposimetro TTL della fotocamera è in grado di compensare in automatico l’esposizione e non compromettono l’uso dell’autofocus. I filtri che tolgono 10 stop, invece, sono molto scuri e non consentono l’uso dell’autofocus e neanche quello dell’esposimetro. E’, in genere, necessario mettere a fuoco prima, in quanto il mirino diviene praticamente nero, non consentendo di vedere il soggetto. A volte utilizzare il live view può aiutare. Anche l’esposizione si calcola manualmente, compensando per i 10 stop necessari e settando la fotocamera in M. Se ho un tempo di posa di 1/1000, senza il filtro, devo impostare, a mano, 1 secondo, togliendo i 10 stop. E’ possibile, quindi, ottenere anche tempi di posa molto lunghi, anche di diversi minuti. Visto che l’otturatore delle fotocamere, in genere, arriva la massimo a 30 secondi, è necessario munirsi di un apposito telecomando o di uno scatto con filo, che si collega alla fotocamera e consente di bloccare l’otturatore per un tempo superiore ai 30 secondi. In questo caso si imposta, sulla fotocamera, la posa “BULB” e poi con l’apposito accessorio si settano tempi più lunghi dei 30 secondi normalmente consentiti. Sconsiglio i filtri ND variabili (a seconda di come si ruotano aumentano o diminuiscono la quantità di luce che impressiona il sensore), a meno che non siano di qualità eccelsa e, quindi, di costo notevolissimo. Altrimenti rischiano di degradare l’immagine.
Schema riassuntivo di utilizzo di un filtro ND
Ma quanti stop effettivi si tolgono dall’esposizione ?
Non tutti i filtri fanno esattamente quello che dicono ?…Nel senso che alcuni, pur dichiarando di togliere 4, 5, 6, o 10 stop, in realtà, consentono di diminuire l’esposizione di un valore non proprio identico a quello dichiarato. Se sono di elevata qualità, sono anche precisi nella loro funzione. Se sono economici, però, può essere che tolgano alcuni stop in più, o in meno, rispetto al valore dichiarato. In questo caso è necessario fare delle prove sul campo, scattando diverse immagini, cambiando di volta in volta i tempi di posa, sino a trovare quello giusto e, quindi, il valore effettivo del filtro.