La produzione di fotocamere e ottiche, oggi, è un processo veloce, quasi continuo. I principali produttori di lenti e macchine fotografiche continuano ad immettere sul mercato novità di genere vario ed eventuale. In fondo è una legge di mercato. L’obsolescenza dell’attrezzatura fotografica è molto rapida. Questo, però, non significa che fotocamere di qualche anno fa non siano in grado di generare file di qualità e che non ci consentano di ottenere risultati fotografici all’altezza delle nostre aspettative. Tra l’altro la continua corsa a i megapixel ha favorito, non poco, il “ricircolo del materiale”. Capita così che una fotocamera, di un paio di anni fa, venga sostituita da un nuovo modello, magari con qualche funzione in più, magari con maggiore risoluzione, magari con qualche innovativa ma inutile funzione in più che possa creare un certo appeal per alcune categorie di compratori. Insomma, ci sono fotocamere quasi nuove che vengono vendute a prezzi decisamente attraenti e accattivanti e dove le differenze di prestazioni sono rilevabili sono con approfonditi test di laboratorio e non certo nell’uso pratico. A volte, quindi, comprare usato può essere un affare.
Venditori professionali o venditori privati?
Negozio professionale
Il negozio, in genere, fornisce una garanzia. Può essere più o meno lunga, ma è sempre scritta e chiaramente quantificata. Alcuni punti vendita garantiscono il materiale per 1 anno, 2 anni, oppure 6 mesi o per altri periodi. Il prezzo, in genere, è un po’ più alto, rispetto all’acquisto da un privato, cosa giustificata dal fatto che il negozio si occupa di controllare l’oggetto, ricondizionarlo (se necessario) e fornisce, appunto, una garanzia. Vi fornisce, inoltre, scontrino o fattura che servirà anche come documento di proprietà.
Venditore privato
Spesso, ma non sempre, i prezzi sono più bassi, rispetto ad un venditore professionale. Attenzione, però! Si compra sempre, o quasi, con un “visto e piaciuto”, nel senso che non c’è alcuna garanzia. E’ vero, se comprate su ebay, per esempio, esiste il sistema dei feedback, ma non è certo una vera e propria garanzia sul funzionamento della fotocamera o dell’ottica che avete appena preso. Se acquistate da un privato, consiglio di visionare l’oggetto e di chiedere di provarlo. Diventa, quindi, necessario incontrarsi di persona. Anche in questo caso, prestate attenzione: trovatevi in un luogo pubblico (magari in un bar), fatevi accompagnare da un amico e prendete tutte le normali precauzioni del caso.
Le condizioni
Ogni negozio, ma anche alcuni venditori privati, classificano lo stato d’uso di obiettivi e fotocamere, con delle lettere: A, B, C, D, oppure BA, B +, ecc, a seconda del punto vendita. A, per esempio, significa come nuovo, o quasi insomma. Per B, in genere, si intende un oggetto in buone condizioni, ma con qualche normale segno d’uso che, spesso, viene segnalato dal venditore stesso. Un oggetto classificato come “C” significa che ha diversi segni d’uso ed è stato, quindi, usato molto intensamente.
Imballo e garanzia del produttore
In alcuni casi, ottiche e fotocamere vengono vendute con gli imballi originali e a volte anche con la garanzia del produttore (Nikon, Canon, ecc), ancora in essere. Se alla garanzia ufficiale è abbinato anche lo scontrino originale di vendita (o la fattura) può essere che l’oggetto possa usufruire, oltre alla garanzia del negozio, anche della garanzia originale. Per esempio alcune case produttrici garantiscono le proprie fotocamere per 4 anni. Significa che se la comprate usata, dopo 2 anni avete ancora 2 anni di garanzia residua, solo se avete, però, lo scontrino o la fattura dell’acquisto originario. Anche in questo caso, però, girano “curiose leggende” sulla validità della garanzia residua per chi ha acquistato l’oggetto usato. In rete se ne leggono di ogni…Provate a chiedere al negozio dal quale state acquistando, potreste avere qualche delucidazione in più. A prescindere dal discorso della garanzia, se acquistate un oggetto con l’imballo, la sua quotazione in un’eventuale rivendita potrebbe essere maggiore, rispetto al prezzo dello stesso oggetto rivenduto senza imballi. Stesso discorso per le istruzioni cartacee, meglio se in italiano.
Controlli per una fotocamera usata
Controllare in maniera precisa ed inequivocabile una fotocamera, nel momento dell’acquisto, è quasi impossibile. Sono talmente tante le funzioni che, per essere sicuri, sarebbe necessario scattare molte foto, in situazioni e con impostazioni diverse. Provo, però, a riassumere i punti di controllo principali:
Controllo estetico: da un primo sguardo, si possono notare eventuali botte, segni e graffi. In sé stessi, questi difetti, non pregiudicano la funzionalità, ma è probabile che una fotocamera “molto vissuta”, sia stata utilizzata parecchio, magari spesso all’aperto e così via.
Numero di scatti: è sempre opportuno chiedere quanti scatti abbia la fotocamera. Se parliamo di una reflex, l’otturatore subisce anche il movimento dello specchio, elemento che deve essere considerato. Le mirrorless, invece, non hanno questo problema, non avendo specchio. Sono anche, però, fotocamere, spesso, meno robuste delle reflex, a parità di segmento. Quindi, anche in questo caso, non darei troppo peso a questo fattore, ma mi limiterei a considerare il numero degli scatti. I produttori forniscono dati sui test che effettuano sugli otturatori. Alcune fotocamere professionali sono testate anche per 350.000 cicli, o più. Personalmente considererei l’acquisto di una fotocamera con non più di 50.000 scatti. Se sono meno, ovviamente, è anche meglio. Attenzione: il prezzo dipende anche dal numero degli scatti, un po’ come per i km, per un’automobile. Se usiamo poco la fotocamera, anche se dovesse avere qualche scatto in più, potremmo ritenerla interessante, magari con un prezzo più basso.
Come si contano gli scatti? Ci sono siti che consentono di contarli, senza scaricare alcun programma. Non fa fede, invece, la sigla del singolo file. Ecco alcuni siti affidabili:
A seconda dei siti e della fotocamera utilizzata è possibile avere il computo degli scatti inviando, on line, un file. In alcuni casi, a seconda del sito e della marca della fotocamera, è possibile conteggiare il file raw, in altri la funzionalità è garantita solo con il jpeg. Il risultato, comunque, non cambia. In genere tutti i negozi professionali forniscono il numero degli scatti.
Qualche prova pratica: oggi, acquistando digitale, abbiamo il grande vantaggio di poter fare qualche prova. Basta portasi una scheda di memoria e fare alcuni scatti, magari abbinando la fotocamera ad un obiettivo che conosciamo bene. E’ vero che, come detto precedentemente, per controllare tutte le funzioni di una fotocamera ci vorrebbe troppo tempo, ma comunque provare l’esposimetro, l’otturatore, i tempi di posa, il flash e altre funzioni di base, è già un passo avanti. Se, per esempio, settiamo il tempo di posa su 1/1000 e poi su 1 secondo, già ad orecchio siamo in grado di valutare la differenza. Per controllare l’esposimetro, per esempio, possiamo confrontarlo con quello di un’altra fotocamera, usando la stessa ottica e considerando che è comunque possibile che ci sia una leggera differenza tra i due copri, nell’ordine anche di mezzo diaframma. Se le differenze, però, sono evidenti, mi farei qualche domanda. Chiaro, se prendiamo la fotocamera in un negozio, abbiamo tutto il tempo, una volta a casa, di provarla semplicemente utilizzandola e avvalendoci, in caso, della garanzia. Merita uno sguardo anche il bocchettone di fissaggio delle ottiche. Se è molto consumato o consente troppo “gioco” all’obiettivo avvitato, significa che la fotocamera è stato sfruttata parecchio.
Sensore: uno sguardo al sensore, alzando lo specchio, ci consente di vedere se lo stesso necessita di una pulizia. Il negozio, tra l’altro, fornisce la fotocamera con il sensore già pulito.
Pixel “bruciati”: uno dei problemi del sensore può essere quello del cosiddetto pixel “bruciato”. Cosa significa? Altri non è che un piexel che non è più in grado di registrare le informazioni. Si nota soprattutto alzando gli iso. Sull’immagine, in corrispondenza con il problema, si vedrà un puntino colorato, generalmente sul rosso. Andrà poi corretto in post produzione, usando per esempio il timbro clone. Per controllare è sufficiente alzare di molto gli iso e scattare. Personalmente ho una vecchia Nikon D300 che soffre di questo problema, ma solo in un punto e solo ad iso altri. Io non uso mai o quasi iso altri e la D300, ormai, la uso molto poco, nonostante rimanga una buona fotocamera anche oggi.
Controlli per ottiche usate
Anche per gli obiettivi sono necessari alcuni controlli, soprattutto se hanno parecchie componenti elettroniche, per lo stabilizzatore e per il motore di messa a fuoco interna.
Controllo estetico: come per la fotocamera, è necessario dare uno sguardo di massima al barilotto dell’ottica, per valutare eventuali segni, botte e graffi. Attenzione anche all’innesto, se è troppo consumato. Anche i contatti elettrici, necessitano di un controllo visivo.
Lenti: graffi e segni di muffa interna devono essere valutati attentamente. Se un piccolo graffio può essere ininfluente nella maggior parte degli scatti, potrebbe creare, però, qualche problema in controluce, accentuando problemi di flare e riflessi parassiti vari. Attenzione anche allo strato antiriflesso della lente frontale. Ogni ottica è dotata dello strato antiriflesso, individuabile con una sorta di dominante di colore, visibile alla luce. Lo strato è destinato a perdere efficacia nel tempo, ma se è totalmente assente o poco uniforme significa che l’ottica è stata usata molto. Le lenti, sia interne sia esterne, vanno valutate anche in controluce, guardandole all’interno del barilotto, togliendo il tappo anteriore e quello posteriore. Un poco si polvere, nelle lenti interne, non è un grosso problema, con gli anni è abbastanza “fisiologica”. Eventuale presenza di muffa, invece, richiede un intervento di un fotoriparatore ed è un buon motivo per non acquistare l’oggetto.
Diaframma: controllate la funzione del diaframma. Apritelo, chiudetelo se ha una ghiera sul barilotto stesso. Altrimenti è sufficiente muovere la levetta presente dove c’è l’attacco ottica – fotocamera. E’ dotata di una molla e toccandola si apre totalmente il diaframma, consentendo anche di guardare con precisione le lenti. Il modo migliore di provare il diaframma, comunque, è quello di farlo agganciando l’ottica ad una fotocamera che ben conosciamo. In questo modo possiamo fare qualche scatto e valutare la precisione del diaframma. Uno scatto a diaframma tutto aperto ed uno a diaframma chiuso (tipo f16) ci consente di verificare l’effettiva apertura e chiusura del diaframma, valutando la corretta esposizione e la modifica della profondità di campo.
Stabilizzatore: anche in questo caso, scattate con un tempo di posa lungo, in modo da valutare la funzionalità dello stabilizzatore. Se state valutando, per esempio, un 300 mm, provate a usare un tempo di posa intorno a 1/60, poi a 1/30 e così via, in modo da valutare l’efficacia dello stabilizzatore. Alcuni produttori garantiscono scatti nitidi, utilizzando l’ottica con 2, 3, 4 stop in più, rispetto alla “regola del reciproco della focale”. Sono comunque dati empirici. Ognuno dovrebbe conoscere anche la “propria mano”. Se non conosci la regola del reciproco della focale, guarda il riquadro, a fine articolo.
Ghiere e barilotto: controllate la fluidità delle ghiere della messa a fuoco, del diaframma e anche della focale, se state valutando uno zoom. Se lo zoom è a lunga escursione focale, per esempio 28-300 o 18-200, diventa importante anche valutare la corretta estensione del barilotto, facendo attenzione che il suo allungamento non crei giochi e rallentamenti nel movimento che deve essere il più fluido possibile.
Motore di messa a fuoco: provate la messa a fuoco, a diversa distanza e a diverse focali, se parliamo di ottiche zoom.Anche in questo caso è importante scattare qualche immagine con una fotocamera che si conosce.
Compatibilità: informatevi sulla totale compatibilità tra fotocamera e ottiche, soprattutto per obiettivi universali. A volte, fotocamere e obiettivi prodotti a distanza di qualche anno, potrebbero avere qualche problema di compatibilità e non funzionare perfettamente oppure con qualche limitazione. Alcuni obiettivi, in rari casi, potrebbero soffrire del problema di front / back focus, ovvero mettono a fuoco un poco dopo, o un poco prima del punto di messa a fuoco segnalato dal sensore della fotocamera. In questo caso sarebbe necessario portare in assistenza sia la fotocamera sia l’ottica, per verificare a quale strumento sia dovuto il problema e far tarare il tutto. Il caso, in verità, è piuttosto raro e riguarda un numero limitato di ottiche. Non ne farei un problema.
Anatomia di una fotocamere: la Nikon D4 di Lorenzo Di Nozzi, di FotoPerCorsi
La Nikon D4 è robusta, affidabile, professionale (professionale non vuol dire nulla), ma anche parecchio usata, per lo meno questa. In genere è meglio non comprare una fotocamera usata da un fotografo professionista. Il motivo è piuttosto semplice. E’ uno strumento di lavoro e, come tale, viene usato spesso e in maniera molto intensa, in studio, in teatro, ma anche all’aperto. Insomma Lorenzo ha usato e usa intensamente la sua fotocamera. Manca qualche tappo, ha qualche segno, la gomma un po’ opaca e anche scollata in alcuni punti. Anche in questo caso, non c’è nulla che ne pregiudichi la funzionalità. Però, l’aspetto estetico denota un utilizzo decisamente intenso e costante. Così come il numero di scatti, misteriosamente celato…Ecco, una fotocamera così, non è da acquistare usata. Lasciamola a Lorenzo che continuerà ad utilizzarla per il suo lavoro.
Cosa significa scattare con un tempo di posa reciproco rispetto alla focale? E’ una regola empirica che ritiene che per ottenere una foto non mossa sia sufficiente scattare con il tempo di posa reciproco, rispetto alla focale. La regola è riferita al formato full frame: se scatto con un 300 mm, dovrò utilizzare un tempo di posa di 1/300. Se scatto con un 100 mm, scatterò con 1/100 e così via. Se ho uno zoom, per esempio un 24-120, meglio considerare sempre, come tempo di posa, 1/120, anche scattando a 24 mm, poiché il peso dell’ottica rimane lo stesso a tutte le focali. Se, invece del formato full frame, usiamo un formato diverso, per esempio un APS – C , sarà necessario moltiplicare il tempo di sicurezza per il fattore di moltiplicazione.
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