Spesso, cerchiamo la nitidezza massima nelle nostre immagini di paesaggio. A volte, però, è importante saper sfruttare le caratteristiche ambientali e la situazione meteo del momenti. Un buon paesaggista è in grado di giocare con questi elementi. In autunno non è raro trovare una sorta di nebbia al suolo, a causa dell’inversione termica. “L’alito del drago”, diceva Merlino, nel film “Excalibur” di John Boorman, del 1981…Un paio di giorni fa, nel 2017, mi trovavo all’alpe Devero, per finire un servizio per una rivista. Salendo verso il “Grande Est”, ho notato un leggero pulviscolo provenire dalla piana. Sapevo che questa sorta di nebbia sarebbe levitata lentamente, ma costantemente, come spesso capita in questa stagione. Ho, quindi, proseguito il mio cammino, voltandomi di tanto in tanto per monitorare la situazione, fino al momento dello scatto del Cervandone (sopra). Qualche ora dopo, “l’alito del drago” aveva addolcito anche i profili del Cistella (sotto), rendendo labili e soffusi i suoi profili rocciosi e il bosco di larici. Entrambi gli scatti sono stati ottenuti con la Nikon D800, con il Nikkor 24-70, quella del Cervandone, con il Nikkor 70-200 f4, quella del Cistella. Anche se l’autunno è noto ai fotografi per la sua luce dura e fortemente contrastata, splendida ma non sempre facile da domare, ciò non toglie che anche atmosfere e luci diverse possono essere interessanti e rappresentative di un dato momento. L’esposizione è stata misurata in media compensata (media pesata al centro per la Canon), puntando sulle rocce grige del Cervandone e sul cielo per la foto sottostante.