Fotografare con il cellulare o con una semplice compatta

Fotografare con il cellulare o con una semplice compatta

L’essenziale per ottenere buone immagini, utilizzando mezzi semplici ed alla portata di tutti.

Testi di Cesare Re
Foto di Cesare Re, Matteo Vecchi, Lorenzo Di Nozzi. FotoPerCorsi

Si possono ottenere “buone” foto, anche scattando col cellulare, conoscendone i pregi e i difetti e, soprattutto, imparando a valutarne i limiti.

Ogni macchina fotografica consente di ottenere immagini interessanti, o comunque foto utili, a seconda dello scopo per cui le scattiamo. A volte, chi fotografa in vacanza, in montagna, al mare o in una gita fuoriporta vuole semplicemente ottenere delle foto ricordo, oppure una documentazione delle proprie gite, magari da pubblicare sul web. Oppure si ha la necessità assoluta di limitare il peso e poco tempo da dedicare alle immagini. In questo caso si può tranquillamente utilizzare una compatta, oppure, addirittura, un telefono cellulare, scevri da qualsiasi tipo di pregiudizio. Per ottenere, però, foto di buona qualità è necessario conoscere gli strumenti dei quali stiamo usufruendo, consci delle loro qualità e dei loro limiti.

Regolazioni del vostro strumento fotografico

Che scattiate con una compatta o con un cellulare, esistono delle regolazioni e dei settaggi di base. Se avete l’interesse di ottenere foto stampabili di buona qualità, consiglio vivamente di utilizzare sempre la massima risoluzione possibile. Sarebbe anche preferibile, utilizzare una compatta di fascia alta, che consenta di regolare, tempi, diaframmi e iso, in maniera manuale. Oggi ne esistono parecchie dei principali marchi. Con compatte entry level, o col cellulare, invece, le regolazioni dei parametri tecnici, in genere, sono ridotte al minimo. Esistono, però, alcuni settaggi, tipo: paesaggio, macro, ritratto, notturno, ecc. Sfruttando questi automatismi, si possono cercare di controllare alcune funzioni. La funzione “paesaggio”, dovrebbe consentire di avere soggetti nitidi dal primo piano allo sfondo, la “macro” (non è una vera macro) è utile per fotografare fiori e soggetti piuttosto piccoli, il settaggio “ritratto”, ovviamente, è da utilizzare per fotografare persone, o meglio primi paini del volto. Il tutto tenendo presente dei limiti oggettivi del mezzo che state usando. Difficile con un cellulare ottenere primi piani del muso di una farfalla, anche se ha la funzione “macro”, o impossibile avere perfettamente a fuoco la margherita in primissimo piano e la montagna sullo sfondo, anche se usufruite della funzione “paesaggio”. Insomma, la parola d’ordine è “non strafare !”, altrimenti munitevi di fotocamera e relativo corredo di ottiche e accessori !

Composizione, qualche consiglio

Per ogni immagine è importante la composizione; in parole semplici, come inquadrare, ma soprattutto dove mettere il soggetto rispetto allo sfondo, a che altezza si posiziona il cielo e cose simili. Le regole, indipendentemente dal tipo di mezzo fotografico usato, sono le stesse. Se il nostro soggetto è un paesaggio, assicuriamoci che abbia un punto d’interesse, che le montagne sullo sfondo non siano troppo lontane o troppo piccole, che ci sia un primo piano e uno sfondo rilevante.
Esempi pratici di primi piani interessanti possono essere staccionate, sassi, fiori, strade, sentieri, cartelli. Informiamoci sulla distanza minima di messa a fuoco dell’obiettivo della nostra fotocamera o del nostro cellulare, leggendo le istruzioni su libretto o web, in modo da non avere soggetti sfocati o primi piani illeggibili, perché fotografati troppo da vicino. Attenzione, però, agli elementi di disturbo, tipo pali della luce, bidoni della spazzatura e oggetti sgradevoli in genere. Se nella foto di paesaggio è compreso un soggetto umano, ragioniamo sulla sua posizione all’interno dell’immagine, cercando di non metterlo perfettamente nel centro, ma in posizione un po’ più defilata. Lo stesso discorso vale anche per un fiore, una baita, un rifugio. Valutate attentamente dove posizionarlo. Scattate sia in verticale, sia in orizzontale, provate ad abbassarvi, ad inginocchiarvi, a sdraiarvi e il mondo nello schermo vi sembrerà diverso. Cercate di non inclinare il vostro mezzo fotografico, ma di tenerlo parallelo al soggetto, per evitare fastidiose deformazioni: amici con le gambe cortissime e il torso troppo lungo sono un fatto increscioso dovuto alla prospettiva. Se fotografate un animale, ma anche semplicemente il vostro cane, abbassatevi alla sua altezza, meglio ancora all’altezza dei suoi occhi. Per un ritratto in cui si veda il viso in primo piano, curate molto lo sfondo, facendo sì che non contenga elementi di disturbo. Ci sono un sacco di foto di bambini con un viso ben inquadrato, un bel sorriso o una bella espressione, ma con degli sfondi orribili che distraggono (mezzo viso di un genitore o parente che teneva in braccio il pupo, un pezzo di automobile, un quadro, un vetro riflettente). E’ sufficiente cercare uno sfondo uniforme, tipo un muro o un albero verde o, semplicemente, il cielo. Esiste una funzione detta “zoom digitale”; usatela con parsimonia, perché degrada notevolmente la qualità dell’immagine e non ha nulla a che vedere con lo zoom ottico che rappresenta l’effettiva capacità, del vostro obiettivo, di avvicinare o allontanare un soggetto, senza elaborazioni software che renderebbero la foto di scarsa qualità.

Luce naturale, luce flash e sensibilità iso

Nelle compatte il flash scatta, in genere, in automatico, quando la fotocamera ritiene la luce non adeguata alla scena. Benissimo se siamo in interni e vogliamo una foto ricordo, ma scattando all’aperto ad un paesaggio, sarà bene disattivare il flash. E’, comunque, opportuno sapere che il flash illumina il soggetto solo per pochi metri, quindi non servirà per avere in luce una casa intera o un paesaggio intero !. Se volete, però, scattare una foto ricordo a delle persone, in pieno giorno, con le montagne sullo sfondo, può essere interessante usare il flash anche all’aperto. Ci sono programmi appositi, in genere identificati con un’icona del sole e una del flash insieme, che mischiano la luce ambiente alla luce artificiale, rendendo il viso del soggetto illuminato e il paesaggio sullo sfondo ben leggibile. Anche in questo caso, vale la regola del “non strafare”. Fotografando, invece, persone in interni può capitare l’effetto “occhi rossi”, ovvero le pupille tipo “Visitors” o “E. T.”; si può evitare, anche in questo caso, con programma apposito denominato, in genere, “anti occhi rossi”. Per un notturno, invece ? Basta disattivare il flash e alzare la sensibilità, ovvero gli iso (100 iso, 200 iso, rappresentano una bassa sensibilità, 800 iso, 1600 iso, sono invece rappresentativi di alta sensibilità). Più la luce è scarsa e più è necessario alzare la sensibilità, altrimenti si rischia di avere delle immagini mosse. Cosa succede, però, quando si alza troppo la sensibilità ? Si ottengono foto molto sgranate, con tanti puntini visibili; tecnicamente si dice che l’immagine ha problemi di “rumore”. Non è un rumore che disturba le orecchie, ma la vista, rendendo l’immagine poco gradevole. Si scelga, quindi, il giusto compromesso tra alta sensibilità e rumore, oppure si può utilizzare un piccolo treppiedi da tavolo, alto pochi centimetri, ma che può essere molto utile, soprattutto se associato all’autoscatto che riduce il rischio del mosso causato dalle vibrazioni della pressione del dito sulla macchina. Per un notturno serio, invece, munitevi di un’ottima fotocamera e relative ottiche.

Dallo schermo alla stampa

Che bella foto ! Che bei colori ! Che luce ! Sullo schermo del computer, su molti siti web, sui vari portali di condivisione di immagini, si vedono immagini dai colori sgargianti, brillanti, quasi “lucidate”. Alcuni colori sono naturali, altri troppo artificiali, troppo elaborati. Non è una questione ideologica, ovvero del ritrarre i soggetti per quello che sono, senza elaborazioni digitali, ma semplicemente una questione pratica. In che senso ? Nel senso che nel momento in cui intendiate stampare le foto, difficilmente otterrete gli stessi risultati che avete visto sul monitor del vostro computer o sul web, se la foto è troppo elaborata. Sulla carta, si vedono e si notano maggiormente i difetti dovuti ad un eccesso di post produzione. Quindi, se amate il fotoritocco, tenete presente che, anche in questo caso, la parola d’ordine è “non strafare !”

Perché il cellulare, nel sito di FotoPerCorsi ?

Chi scrive questo articolo, tanto per la cronaca, utilizza o ha utilizzato, negli anni, circa 22 fotocamere professionali, digitali e analogiche, medio formato e banco ottico compreso. Perché, quindi, parlare anche del cellulare da utilizzare come fotocamera ? Perché, ad oggi, è impossibile non citare la possibilità di ottenere fotografie con telefono, di gran lunga il mezzo più utilizzato, anche se chi legge questo pagine dovrebbe rivolgersi ad altre possibilità sia tecniche che espressive. In definitiva, lo strumento fotografico di qualità conta ed è importante, ma anche con lo smartphone si possono ottenere delle fotografie, magari immagini immediate, pratiche e veloci, magari da condividere all’istante sui social, o magari da utilizzare come appunto iconografico per future sessioni di shootting.

Robert Clark e Image America

Il fotografo statunitense, Robert Clark, ha pubblicato “Image America”, nel 2005, uno dei primissimi libri fotografici, con immagini scattate solo col cellulare. Le foto sono state scattate durante un viaggio, il classico “On The Road” americano, quindi non in montagna, ma comunque anche a molti paesaggi naturali. Il telefono non era nemmeno un moderno smartphone, ma un vecchio aggeggio, con fotocamera da soli 1,5 megapixel. Dopo questa intensa esperienza lavorativa, Clark ha realizzato che ogni fotocamera (o mezzo per scattare fotografie), ha pregi e difetti e imparando a sfruttare gli uni e ovviare agli altri, è possibile ottenere buone immagini. Persino la bassissima qualità del sensore da 1,5 megapixel, può essere sapientemente utilizzata per fini creativi e, aggiungerei, per stampe molto piccole o fortemente sgranate, ma coerenti tra loro e ben legate per un progetto omogeneo.

Instagram, Hipstamatic

Oggi, esistono varie app che consentono di modificare le immagini scattate dal cellulare. Si possono modificare colori, luci, ombre, aggiungere cornici e simulare alcuni effetti di stampa tipo “vintage”, con effetti seppia, colori sbiaditi, bianconeri particolari e altri situazioni retrò. A patto di non abusarne, la cosa può avere anche un certo interesse. Da tener presente, però, che non si parla minimamente di un effetto creativo e personale, in quanto gli stessi schemi si ripetono e vengono utilizzati da milioni di utenti. Le cornici, infatti, sono le stesse, per tutti, così come i colori seppiati e tutti gli altri effetti ottenibili. E’, quindi, più coerente parlare di omologazione dell’immagine e non di personalizzazione dei risultati. Buon divertimento, comunque. Sono moltissime le app che consentono modifiche del genere, per esempio Instagram o Hipstamatic. Anzi, nell’attimo in cui sto scrivendo, o nel momento in cui state leggendo, ne staranno sicuramente inventando altre.

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