Spunti per Fotografare gli Animali
di Cesare Re
FotoPerCorsi
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La Fotografia di animali è un genere complesso che richiede innanzitutto la conoscenza delle abitudini degli animali e dell’ambiente in cui vivono.
Caccia fotografica ? Una definizione molto utilizzata qualche anno fa. Oggi è preferibile parlare di fotografia di animali selvatici, senza utilizzare un’accezione propria di un’altra attività, dalle finalità molto diverse. Fotografare gli animali significa “ritrarre” le varie specie. E’ possibile riprendere il soggetto interamente, oppure scattare un primo piano del muso, o un’immagine ambientata, che descriva anche l’ambiente circostante, o un gruppo di esemplari. Per immortalare gli animali è necessario, innanzitutto, conoscere il loro comportamento e le loro abitudini. Fotografare un orso in pieno inverno, ad esempio, è piuttosto difficile, perché generalmente è in letargo e si sveglia solo episodicamente, a volte neanche, sino all’arrivo della primavera. La fotografia di animali si può suddividere in due categorie principali: da appostamento, in appositi capanni, o vagante, se si fotografa mentre ci si muove in natura. La messa a fuoco va sempre effettuata sull’occhio, in modo che risulti nitido. E’ bene trovarsi, ove possibile, alla stessa altezza del soggetto ritratto, tranne che per gli uccelli in volo, per ovvi motivi. Per bloccare il movimento di un animale è necessario utilizzare un tempo di posa veloce e, quindi, un conseguente diaframma aperto. Sono utili obiettivi piuttosto luminosi (2,8 / 4), in modo da non essere costretti ad alzare la sensibilità iso, creando problemi di rumore digitale e di abbassamento generale di contrasto e qualità d’immagine. Se si vuole, invece, ottenere un effetto movimento del soggetto (le ali mosse di un uccello) si utilizzerà un tempo di posa più lungo, facendo sì, però, che il soggetto sia riconoscibile e non indistinto. Le ottiche più usate sono, in genere, i teleobiettivi che consentono di scattare da lontano, senza recare disturbo al soggetto. Ottimi gli zoom lunghi (80-400, 100-300), dotati di stabilizzatore, che consentono di scattare con tempi di posa un po’ più lunghi e, a volte, senza l’utilizzo del treppiede. L’esposizione va misurata, in genere, sul soggetto, magari in modalità spot. In questo modo si misura la luce solo su una parte dell’animale, ignorando anche la luminosità dell’ambiente circostante.